Orgoglio e pregiudizio: analisi e trasposizione cinematografica capitolo VII

Ma che cos’è l’adattamento cinematografico o trasposizione cinematografica?
L' ADATTAMENTO CINEMATOGRAFICO O TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA
Adattare non è un’operazione semplice, e per questo motivo esistono alcune procedure fondamentali di cui tenere conto. Se risaliamo alle origini del cinema, è facile constatare quanto esso abbia sempre amato gli adattamenti cinematografici. Alcuni registi cinematografici hanno adattato i romanzi di Jules Verne, ed il risultato è stato quello di produrre i primi film di fantascienza della storia del cinema. Praticamente, hanno tratto ispirazione dai romanzi di partenza e prodotto nuove opere, cinematografiche. Ma, nel fare ciò, hanno dovuto, inevitabilmente, ridurre, aggiungere, amplificare, alterare, semplificare, comprimere, talvolta eliminare alcuni passaggi ritenuti poco significativi.
BIOGRAFIA DI JANE AUSTEN

Nasce a Steventon, nell’Hampshire, nel 1775, settima di otto fratelli, sei maschi e due femmine: Cassandra e Jane di due anni più piccola. Figlia di George Austen – ecclesiastico, reverendo rettore delle parrocchie di Steventon e Deane, e uomo di grande cultura – e di Cassandra Leigh, avvenente figlia del reverendo Thomas Leigh, curato a Harpsden. In famiglia – il padre, in primo luogo, ed alcuni fratelli – condividono l’interesse letterario. Il reverendo George, nel 1786, ritira le figlie dalla Abbey School – costosa scuola privata – dopo aver deciso di curare personalmente la loro formazione di base. Incoraggia le figlie alla lettura dei romanzi allora in voga, e conservati nella ricca biblioteca di famiglia. I romanzi – sia di mediocre sia di grande qualità – diventano ben presto testi fondamentali ed imprescindibili per la piccola Jane, allora soltanto dodicenne.
ANALISI DEL CAPITOLO VII E DELLA SUA TRASPOSIZIONE

Il patrimonio del signor Bennet consiste quasi interamente in una tenuta che rende circa duemila sterline l’anno, ma che non può essere ereditata dalle figlie, bensì da un lontano parente ovvero il signor Collins. Nel romanzo e nel film, il patrimonio dei personaggi viene sempre stimato in migliaia di sterline, ma non sempre nel film i personaggi vengono rispettati e mantenuti nella loro interezza. Nella fattispecie, il signor Collins viene mantenuto in alcune caratteristiche, oltre che nel nome, ma non è così per altri personaggi.
SALTO DAL CAPITOLO VII AL XIII
Nel romanzo di Jane Austen – capitolo XIII – il personaggio del signor Collins viene descritto sotto il profilo comportamentale e fisico. Nella trasposizione, il comportamento e lo stile pomposo vengono rispettati puntualmente, mentre l’aspetto fisico no. Infatti, il signor Collins arriva puntuale all’appuntamento e non è incline a rimanere in silenzio. Il signor Collins è cugino del signor Bennet e, dopo la morte di quest’ultimo, potrà, a suo piacere, mettere tutti fuori dalla porta. Per tale ragione, la signora Bennett non vuole neppure che lo si nomini, in quanto si tratta di un essere odioso. Nel libro, il signor Collins è un giovane uomo alto e piuttosto pesante per i suoi venticinque anni. Nel film del 2005, il signor Collins non è poi così giovane e alto. Infatti, ha sicuramente più di venticinque anni, non è alto, ma è sì piuttosto pesante. Nel libro, il suo aspetto è grave e imponente, i suoi modi molto formali. Nel film del 2005, l’aspetto non è poi così grave e imponente, i modi sì molto formali.
L'INVITO A PRANZO
Jane viene invitata a pranzo dalla signorina Bingley. Il biglietto di invito viene recapitato a Jane, che lo legge ad alta voce alla presenza di tutti i suoi famigliari, mentre il domestico attende in piedi una sua risposta. La situazione viene parimenti descritta nel libro e nel film. Però, nel libro c’è un personaggio – Louisa – che non compare nel film. Nel libro e nel film, invece, il signor Bingley e gli altri sono fuori a pranzo con gli ufficiali. Non dissimili le esclamazioni e lo stupore della signora Bennet alla notizia dell’invito a pranzo per la sua primogenita prediletta. Nel film, Jane accoglie la notizia dell’assenza a pranzo del signor Bingley con dispiacere e delusione. L’espressione del suo viso è eloquente, infatti è molto dispiaciuta perché quell’invito non ha assolutamente lo scopo di farli incontrare. Nel libro, nulla di tutto ciò, tranne un leggero velo di tristezza che traspare sul suo bel viso. Mentre è la signora Bennet a dispiacersi molto per l’assenza a pranzo del signor Bingley.
NEL LIBRO E NEL FILM
Nella mente delle famiglie del luogo è ben radicata una verità ovvero che, ad uno scapolo in possesso di un’ingente fortuna, è naturale che manchi soltanto una moglie. La tenuta di Netherfield Park è stata finalmente affittata da un ricchissimo giovane dell’Inghilterra del Nord, il signor Bingley. Similitudine perfetta!
Non poche volte, ricorrono alcune frasi significative, come per esempio: “Non hai nessuna pietà dei miei poveri nervi.” “Ti sbagli, mia cara, ho un grande rispetto per i tuoi nervi; in fondo, sono miei vecchi amici da vent’anni”.
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